Salvati dalla Sua Vita by Marco Galli - HTML preview

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CAPITOLO 4

LA TEORIA DEL RISCATTO

 

 

 

Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito,

ma per servire e per dare la sua vita

come prezzo di riscatto per molti.

Vangelo di Matteo 20:28

 

 

 

La teoria del Riscatto nacque in un periodo storico in cui i Cristiani erano perseguitati dai Romani, crocifissi o dati in pasto alle bestie feroci come spettacolo; per questo motivo si fece intensa la consapevolezza di una potenza maligna che, in aperta ostilità con Dio, governerebbe il mondo e dalla quale l’umanità necessita di liberazione.

 

Le condizioni del mondo dei pagani resero più tragicamente familiari concetti come schiavitù e liberazione, prigionia e riscatto […] Ovunque regnavano l’economia del terrore e la paura spirituale e le due si intrecciavano per rendere la vita umana doppiamente miserabile. Molti subivano schiavitù e prigionia fisicamente, ma tutti ne erano soggiogati spiritualmente.64

 

Di lì a poco, sarebbero inoltre iniziate le invasioni barbariche che spazzarono via l’Impero Romano d’Occidente generando panico, disorientamento e incertezza sul futuro. In questo contesto, si avvalorò ancor di più l’idea di forze maligne all’opera, in particolare nella figura del diavolo, con l’obiettivo di disgregare il tessuto economico e sociale, e gettare i Cristiani nella paura. È bene sottolineare che la teoria del Riscatto si affermò e si diffuse ampiamente sino a divenire il pensiero dominante cristiano fino a dopo l’undicesimo secolo, vale a dire per quasi mille anni; per tale motivo, merita un’attenta disamina per comprenderne l’origine e cogliere l’enorme influenza che ebbe sullo sviluppo della teologia cristiana della salvezza.

 

 

4.1. La teoria del Riscatto

 

La teoria del Riscatto viene comunemente attribuita a Origene,65 il quale, nel III secolo facendo riferimento ad alcuni brani del Nuovo Testamento, propose l’idea di un riscatto pagato da Dio al diavolo per ottenere la liberazione degli uomini:

 

Se dunque siamo stati comprati a un prezzo, come conferma Paolo, siamo stati senza dubbio comprati da uno di cui eravamo schiavi, che ha anche indicato quale prezzo avrebbe voluto per liberare dal suo potere coloro che aveva in mano. Ora, era il diavolo che ci teneva, a fianco del quale eravamo stati trascinati dai nostri peccati. Chiese quindi il sangue di Cristo come prezzo per noi.66

 

La teoria formulata da Origene prevedeva che Dio, per ottenere la liberazione degli uomini da parte di Satana, offrì il sangue, ovvero la vita di Gesù; il diavolo, inconsapevole delle conseguenze cui sarebbe andato incontro, cadde nel tranello e accettò lo scambio. Infatti, essendo Gesù privo di peccato, non poteva essere trattenuto negli inferi e, per la potenza di Dio, venne strappato dalle mani del diavolo dopo aver guadagnato la nostra liberazione:

 

Ma a chi ha dato la sua anima in riscatto Cristo? Sicuramente non a Dio. Potrebbe allora essere al maligno? Perché egli ci aveva in suo potere finché non gli fosse stato dato il riscatto per noi, cioè la vita di Cristo. Il maligno fu ingannato e indotto a supporre di essere in grado di dominare l'anima [di Cristo], e non vedeva che trattenerlo comportava una prova di forza superiore a quella che avrebbe potuto affrontare con successo.67

 

L’interpretazione letterale del termine “riscatto”, nonostante il grande favore che riscosse, presentava tuttavia un dilemma teologico, poiché si basava su un assunto fondamentale: che Dio fosse in qualche modo “obbligato” nei confronti di Satana. Non era infatti plausibile ritenere che Dio onnipotente, creatore dei cieli e della terra e di ogni essere vivente, potesse avere un “debito” nei confronti di una sua creatura, tale da costringerlo a pagare un “prezzo” per rientrare in possesso di ciò che già gli appartiene. Eloquenti in tal senso le parole di Giovanni Damasceno:68 “Sia lontano da me che il sangue del Signore sia stato offerto al tiranno!”69

Analogamente, Gregorio di Nissa,70 annoverato tra i sostenitori della teoria del Riscatto, per ovviare a tale problema concettuale, optò per una soluzione in cui in realtà il diavolo non ricevette alcun riscatto poiché, da parte di Dio, si trattò piuttosto di tendere una trappola per vincere il seduttore con le sue stesse armi:

 

Finimmo, infatti, in mano al principe di questo mondo, che ingannò Adamo e lo asservì e dette inizio al suo dominio su di noi, diventati come schiavi nati. Venne, però, il Redentore e il seduttore fu vinto. E il nostro Redentore come trattò chi ci aveva resi schiavi? Per il nostro riscatto tese come trappola la sua croce; vi pose, quale esca, il suo sangue […] e per il fatto che il maligno fece versare il sangue di chi nulla gli doveva, fu obbligato a restituire i debitori; sparse il sangue dell’innocente, fu obbligato a rilasciare i colpevoli.71

 

Il diavolo dunque, padre degli inganni, cadde vittima egli stesso di una macchinazione e venne pertanto privato, per mezzo di un’astuzia da parte di Dio, di ciò che aveva ottenuto attraverso le sue manipolazioni; infatti, secondo tale interpretazione, se egli avesse conosciuto il piano di Dio non avrebbe ucciso il Signore.72 Tuttavia, l’idea della “trappola” non trovò grande seguito all’interno della Chiesa poiché attribuiva a Dio, seppure animato dal bene, l’agire con inganno, con dei “mezzucci” per così dire.

Alternativamente, si fece strada un’ipotesi che prevedeva che il riscatto per la liberazione degli uomini venisse offerto da Gesù a Dio, invece che a Satana. In quest’ipotesi, pur essendo il diavolo a tenere gli uomini in schiavitù attraverso il peccato, ogni diritto competerebbe a Dio, il quale permette che tutto avvenga nei termini da lui stabiliti; pertanto, fu Gesù a offrire al Padre il proprio sangue per ottenere la liberazione dell’umanità. Quest’ipotesi è ravvisabile nel pensiero di Basilio di Cesarea, detto il Grande:73

 

Avete bisogno di riscatti che vi possano trasferire alla libertà di cui siete stati privati quando siete stati conquistati dal potere del diavolo, che prendendovi sotto il suo controllo, non vi libererà dalla sua tirannia fino a quando, persuaso da qualche valido riscatto, non vorrà scambiarvi […] Non cercate quindi vostro fratello per il vostro riscatto ma Colui che supera la vostra natura, non un semplice uomo, ma l’uomo Dio Gesù Cristo, che solo può dare il riscatto a Dio per tutti noi, perché “Dio lo ha fatto propiziazione per mezzo del suo sangue attraverso la fede.”74

 

Questo cambio di scenario operato da Basilio il Grande, che introdusse l’ipotesi di un “pagamento” a Dio, potrebbe aver influenzato, molti secoli più tardi, la formulazione della teoria della Soddisfazione da parte di Anselmo d’Aosta, che discuteremo nel Capitolo 6. Incredibilmente, è ancor’oggi un’idea piuttosto diffusa:

 

I peccatori sono in schiavitù di Satana. Ma sono in schiavitù solo perché Dio ha permesso che lo fossero. La schiavitù in cui si trova l’umanità fa parte della punizione per il peccato. Il pagamento è dovuto a Dio, non al diavolo […] Non c’è nessuna trattativa tra il diavolo e il Signore per la liberazione dei prigionieri. Piuttosto, siamo redenti poiché Cristo ha schiacciato la testa del serpente dopo aver pagato il riscatto a Dio.75

 

L’idea di un riscatto pagato a Dio fece sorgere tuttavia ulteriori questioni: perché mai Gesù avrebbe dovuto pagare, con la propria vita, un riscatto al Padre? Se si trattava di un prezzo per la liberazione degli uomini, come si giustifica moralmente che Dio tenga, attraverso Satana, gli uomini prigionieri? Per quale motivo, infine, Dio ingegnò una macchinazione in cui egli pagò, attraverso il Figlio, un riscatto a sé stesso? In ogni caso, l’interpretazione letterale del concetto di riscatto apre delle “voragini” teologiche, come risuona dalle autorevoli parole di Gregorio Nazianzeno nel IV secolo:76

 

Ora dobbiamo esaminare un altro fatto e un altro dogma, trascurato dalla maggior parte delle persone, ma che a mio giudizio vale la pena di indagare. A chi è stato offerto quel Sangue che è stato versato per noi, e perché è stato versato? Intendo il prezioso e famoso Sangue del nostro Dio e Sommo Sacerdote e Sacrificio. […] Ora, poiché il riscatto appartiene solo a colui che detiene in schiavitù, chiedo a chi è stato offerto e per quale causa? Se al Maligno, sia disgusto e oltraggio! […] Ma se al Padre, chiedo innanzitutto, come? Perché non è stato lui a opprimerci; e poi, su quale principio il Sangue del suo Unigenito Figlio ha deliziato il Padre, che non avrebbe ricevuto nemmeno Isacco, quando gli fu offerto da suo padre [Abramo], ma ha cambiato il sacrificio, mettendo un ariete al posto della vittima umana?77

 

 

4.2. Critiche alla teoria del Riscatto

 

In questo capitolo abbiamo analizzato nel dettaglio come l’interpretazione letterale della parola riscatto o redenzione (intesa come liberazione per mezzo del pagamento di un corrispettivo), abbia generato numerose critiche e ponga seri problemi teologici. Tuttavia, questa teoria maturata nei primi secoli della Chiesa, e spesso bollata dai teologi del pensiero razionalista come mitologica e primitiva, in realtà ha avuto un’enorme influenza sul pensiero cristiano, ed è a tutt’oggi incorporata in alcune delle più accettate teorie sulla salvezza, sotto forma di una compensazione dovuta a Dio (soddisfazione o prezzo per il peccato). Questa interpretazione, abbiamo visto, dà luogo nondimeno a numerosi problemi morali oltre che teologici.

Mi permetto a questo punto di suggerire un’ulteriore opzione che, apparentemente, non è mai stata presa in considerazione; e se il riscatto, pur sempre metaforicamente parlando, fosse stato invece “pagato” a noi uomini? Che sia il sangue versato il “prezzo” pagato da Gesù per guadagnare la nostra fiducia e convincerci di perdono? E se questo “pagamento” avesse come scopo quello di liberarci dal senso di colpa che ci tiene legati? Non che Dio abbia bisogno di versare del sangue per perdonarci, ma forse noi ne abbiamo bisogno per accettare la sua misericordia e sentirci amati e perdonati. Di questo e altro discuteremo in maniera più approfondita nella seconda sezione del libro.

 

 

4.3. Conclusione

 

In conclusione, l’interpretazione letterale di riscatto in quanto “transazione”, è stata largamente rifiutata, e reinterpretata piuttosto in chiave metaforica come “liberazione”. Analogamente, il “prezzo” non deve essere inteso come “corrispettivo”, ma piuttosto come “sacrificio”. Alla luce di ciò, il versetto che abbiamo visto all’inizio “Diede la sua vita come prezzo di riscatto per molti” andrebbe inteso come “Sacrificò la sua vita per la liberazione di molti”.

 

C. S. Lewis diceva che tutti i discorsi sulle cose intangibili sono metaforici, e ha ragione. Potremmo assorbire il fascino di un villaggio europeo, o immergerci nella Bibbia, anche se né il fascino né la Bibbia sono liquidi. Potremmo masticare un’idea prima di prendere una decisione, anche se ben poche idee sono effettivamente masticabili. L’espiazione è qualcosa di intangibile; non possiamo vederla e non possiamo toccarla; quindi, la Bibbia ne parla con un linguaggio metaforico, ed anche noi dobbiamo farlo.78

 

L’evoluzione di tale interpretazione in forma metaforica costituirà la chiave di lettura per la definizione della teoria del Christus Victor, che analizzeremo nel prossimo capitolo.