Salvati dalla Sua Vita by Marco Galli - HTML preview

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CAPITOLO 2

LA TEORIA DELLA RICAPITOLAZIONE

 

 

 

Poiché, come tutti muoiono in Adamo,

così anche in Cristo saranno tutti vivificati.

Così anche sta scritto:

“Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente”;

l’ultimo Adamo è spirito vivificante.

Prima Lettera ai Corinzi 15:22 e 15:45

 

 

 

La teoria della Ricapitolazione (così soprannominata dagli studiosi) venne formulata da Ireneo di Lione30 nel II secolo ed è la meno citata tra le principali teorie della salvezza, probabilmente poiché ritenuta, a torto, teologicamente debole. Vi sono infatti in essa elementi di assoluto rilievo e vedremo come sia fondata su solidi assunti teologici. Non va inoltre sottovalutata l’influenza che ebbe Ireneo, uno dei Padri della Chiesa, il quale, grazie ai suoi scritti e alle sue intuizioni, costituirà uno dei punti di riferimento per buona parte della dottrina cristiana del primo millennio. Ireneo spese letteralmente tutta la sua vita per confutare le eresie, in particolare quella gnostica,31 che stavano minacciando le verità tramandate dagli Apostoli. Fu anche grazie alla sua opera che tali verità non furono completamente stravolte dal proliferare di eresie che stavano infiltrandosi nel nascente cristianesimo, a seguito delle (non sempre autentiche) conversioni dei pagani alla nuova religione.

 

 

2.1. La teoria della Ricapitolazione

 

Rifacendosi alle lettere di Paolo, Ireneo sosteneva che Gesù era il secondo Adamo venuto per restaurare ciò che il primo Adamo aveva corrotto. La parola “ricapitolazione” viene dalla traduzione di Efesini 1:9-10: Facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. Ricapitolare significa, dunque, “raccogliere sotto un solo capo, in uno solo”, ne consegue che Cristo, in sé stesso e per mezzo della sua vita, ripercorse e ristabilì l’ordine di tutto ciò che avrebbe dovuto essere l’umanità, ma che non fu a causa dell’infelice scelta di Adamo ed Eva. Egli capovolse il corso dell’umanità, dalla disobbedienza di Adamo alla sua perfetta obbedienza. L’incarnazione di Gesù, nuovo Adamo, è dunque l’elemento centrale e fondante di questa teoria:

 

Il Cristo pienamente divino divenne pienamente uomo per riassumere in sé tutta l’umanità. Ciò che era stato perso attraverso la disobbedienza del primo Adamo fu restaurato attraverso l’obbedienza del secondo Adamo. Cristo passò attraverso tutte le fasi della vita umana, resistette a tutte le tentazioni, morì e risuscitò vincitore della morte e del diavolo. Egli divenne così il nuovo Capo della nostra razza e recuperò ciò che era stato smarrito in Adamo, salvandoci attraverso un processo di “ricapitolazione”. I benefici della vittoria di Cristo sono disponibili attraverso la partecipazione in lui.32

 

Nel dettaglio, Ireneo riteneva che Adamo ed Eva fossero stati creati infanti e che avessero da compiere un percorso di crescita prestabilito da Dio che avrebbe permesso di sviluppare pienamente la loro natura. Ireneo reputava che gli esseri umani fossero, nel piano stabilito da Dio, destinati alla perfezione, a essere eternamente a immagine e somiglianza di Dio. Questo sviluppo, tuttavia, necessitava di obbedienza, ma gli uomini, sedotti da Satana, vollero affrettare i tempi e prendere da sé ciò per cui non erano ancora pronti. In tal modo finirono per deviare dalla traiettoria tracciata da Dio e divennero incapaci di vivere la vita alla quale erano stati destinati. Il peccato dell’uomo, secondo Ireneo, era pertanto un peccato d’impazienza; volle, per così dire, bruciare le tappe e rimase scottato:

 

Secondo Ireneo la caduta fu un errore sul “mezzo” più che sul “fine”. Anche se Dio ha sempre voluto rendere gli esseri umani partecipi della natura divina, era necessario abituarli nel tempo a reggerne il peso. Invece persero questa opportunità cercando di diventare come Dio troppo rapidamente. Cercarono di prendere ciò che poteva essere solo dato, cogliere ciò che poteva essere loro donato solamente per grazia.33

 

Gesù venne nel mondo e, come secondo Adamo, ripercorse tutte le tappe di questa traiettoria in maniera perfetta; laddove Adamo disse “no” a Dio, in Gesù fu un “sì” pieno che culminò nell’estremo sacrificio della croce, dove Satana e la morte vennero sconfitti. L’evento salvifico, per Ireneo, non era però relegato alla croce, ma egli vedeva nell’intera vita di Gesù, dalla nascita alla risurrezione, l’opera perfetta di riconciliazione. Gesù disfece dall’inizio ciò che Adamo aveva sciupato e lo adempì alla perfezione, ricapitolando in sé tutta l’umanità, rinnovandola e dando inizio a una nuova linea genealogica in cui ogni fedele diventa partecipe della natura divina:

 

Cristo si è fatto uomo per guarire l’umanità unendo perfettamente la natura umana alla natura divina nella sua persona. Attraverso l’Incarnazione, Cristo ha assunto la natura umana, diventando il Secondo Adamo, ed è entrato in ogni fase dell’umanità, dall’infanzia all’età adulta, unendola a Dio. Poi ha sofferto la morte per entrare nell’Ade e distruggerla. Dopo tre giorni, egli risuscitò e completò il suo compito distruggendo anche la morte.34

 

L’uomo, in unione con Cristo, diviene pertanto libero di sviluppare integralmente la propria vocazione: divenire ciò per cui era stato creato, finalmente e pienamente “umano” e a immagine e somiglianza di Dio:

 

Allorché [Gesù] si è incarnato e si è fatto uomo, ha ricapitolato in sé stesso la lunga storia degli uomini e in breve ci ha procurato la salvezza, così che noi recuperassimo in Gesù Cristo ciò che avevamo perduto in Adamo, cioè d’essere a immagine e somiglianza di Dio.35 La Parola di Dio, nostro Signore Gesù Cristo, che per mezzo del suo amore trascendente è diventato quello che siamo, affinché ci porti a essere anche ciò che egli stesso è.36

 

Ireneo, inoltre, sostenne l’idea che essendo Gesù il nuovo Adamo, Maria sua madre, fosse la nuova Eva, di modo che la salvezza dell’umanità fu un’opera congiunta tra Gesù e Maria, nuovi Adamo ed Eva. Dando centralità alla persona di Maria egli cercò di consolidare l’idea della piena umanità di Gesù, in netto contrasto con l’eresia docetista,37 la quale sosteneva che Gesù era un essere solamente spirituale e non un vero uomo. Ed è proprio nell’ambito di questo scontro teologico, che Ireneo cercò strenuamente di opporsi all’orientamento che mirava alla divinizzazione dell’uomo Gesù, sostenendone invece la piena umanità.

La centralità dell’incarnazione di Dio costituisce dunque il fondamento della Cristologia38 di Ireneo che sarà dibattuta nei vari Concili ecumenici, principalmente Nicea (325 d.C.) e Calcedonia (451 d.C.), i quali sancirono la coesistenza in Gesù Cristo di due nature, umana e divina. Analizzeremo in maggiore dettaglio i vari aspetti della dottrina cristologica nel primo capitolo della seconda sezione del libro.

Questa ricorrente inclinazione a considerare Gesù un essere unicamente divino ha influenzato la storia della teologia fino ai giorni nostri, e va letto alla luce dell’impulso gnostico, tuttora vivo nella Chiesa, nutrito dalla tendenza umana e rivelato in gran parte delle religioni (in particolare quelle di stampo orientale) a fuggire il mondo materiale, ritenuto illusorio, malvagio e corrotto, per ascendere al mondo spirituale. Ebbene, a questo tentativo di fuga dalla realtà, Ireneo contrappose l’uomo Gesù, Dio incarnato nel mondo materiale, il quale si unì integralmente alla natura umana ridonandole dignità e centralità nel suo disegno. Alla spinta centrifuga dell’uomo religioso che fugge dal mondo, Dio contrappone il proprio proposito di essere nel mondo, l’Emmanuele, Dio con noi.

Il tentativo di recuperare la piena umanità di Gesù è al centro di un dibattito di grande attualità che deve necessariamente ricondurci all’origine del pensiero cristiano, prima delle contaminazioni gnostiche:

 

Tutti quelli che pensano che per avvicinarsi a Dio bisogna allontanarsi dall’umano, deformano Gesù (e Dio) fino al punto che per loro è impossibile credere ed entrare in relazione con il Padre del quale ci parla Gesù. L’unica strada per avvicinarsi realmente a Dio è quella che Dio ha fatto per avvicinarsi all’uomo: umanizzarsi. Ma questa strada ci fa paura, perché i nostri istinti di “divinizzazione” sono più forti della semplicità propria dell’umano […] All’opposto dello gnosticismo, per il filone teologico che segue i Vangeli, il punto d’incontro con Dio non è l’evasione dall’umano e, meno ancora, il conflitto con l’umano, ma il raggiungimento di tale grado di umanizzazione che si concretizza, di fatto, nel superamento di tutto l’inumano che sonnecchia in ognuno di noi.39

 

 

2.2. Critiche alla teoria della Ricapitolazione

 

Le critiche alla teoria proposta da Ireneo si muovono principalmente nei confronti del ruolo determinante di Maria nel quadro della salvezza dell’umanità; questa interpretazione influirà su una buona parte della teologia successiva, come particolarmente evidente nella dottrina Cattolica.40 Afferma infatti Ireneo: “Così anche Maria, avendo un uomo promesso ed essendo tuttavia vergine, prestando obbedienza, divenne causa di salvezza, sia per sé stessa che per tutto il genere umano”.41

Inoltre, sempre secondo le critiche, la morte di croce di Gesù, sebbene momento culminante nella teoria di Ireneo, non sembrerebbe nella sua architettura complessiva, indispensabile. A questo proposito, Ireneo vide nell’evento della croce l’apice della perfetta obbedienza di Cristo, contrapposta alla disobbedienza di Adamo ed anche il luogo della sconfitta della morte e del diavolo, cercando in tal modo di recuperarne la centralità.

 

 

2.3. Conclusione

 

L’opera di Ireneo, che per taluni aspetti potrebbe apparire semplicistica, non va minimizzata, poiché la sua teologia, mirante principalmente alla lotta contro le eresie, fu particolarmente importante per la formulazione della dottrina cristologica, la quale intese consolidare l’idea di Gesù vero Dio e vero uomo che era ancora aspramente dibattuta. L’immagine di una vittoria di Gesù sul diavolo fu anticipatrice delle teorie del Riscatto e del Christus Victor che, come vedremo in seguito, rimasero per quasi mille anni le teorie della salvezza più diffuse nella Chiesa. Nella sua teologia era inoltre già ben delineata l’idea di una compartecipazione dell’uomo alla natura divina per mezzo dell’unione con Cristo, che analizzeremo in maggior dettaglio nel prossimo capitolo. Questa unione trascendentale assume in Ireneo i contorni di un’umanizzazione dell’uomo piuttosto che di una sua divinizzazione, in netto contrasto con gli ideali gnostici. Le idee di Ireneo sul pieno sviluppo del potenziale umano sembrano infine anticipare alcuni temi particolarmente popolari oggi. Ireneo fu quindi una vera e propria miniera di idee, le quali influenzarono grandemente la teologia cristiana e la cui eco è ancora di grande attualità.