Le Mie Idi Di Marzo by Francesco Masocco - HTML preview

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Dammi un momento

Momento, che mi trai in inganno in quell'attimo il mio animo

si fa carico di infinite sensazioni

che si affacceranno solo in quel momento

Voglio rivivere ancora, voglio sentire di nuovo quel tremolio nel mio cuore all'udire, al vedere, al provare

ma te, momento, perfido e presuntuoso

Ti affacci alla porta della mia coscienza per poi sparire, come non fossi stato mai e nella disperazione ti cerco ovunque

ti richiamo, o momento, ma dove sei?

In una singola frazione di tempo riesci a darmi più d'una vita

e allora perché, perché mio momento

non torni a darmi l'apparente sollievo?

Ritorna di nuovo da me, fratello mio ho bisogno del tuo fresco calore e del tuo trasporto verso il cielo

altro non chiedo se non te, ancora

Ti cercherò, nulla potrà fermare la mia fame nulla e nessuno potrà ostacolare la mia sete vieni a me, momento, sorgiamo ancora assieme

Cumulo

Oltre il nulla solo fitta nebbia

che permette al pensiero

sogni sensazionali

E chissà cosa mi nascondono queste cime

che alte si elevano

Se solo potessi oltrepassare e osservare

cosa mi riservano

Ma qualcosa mi trattiene in questa posizione

una forza più grande mi tiene a terra

E di bianco sarò ricoperto sotto un celeste cumulo dove nulla e nessuno potrà arrivare

Ma solo ora mi accorgo che sotto questo cumulo ho passato tutto il mio tempo

Vita mea

E tacque la vita

In un germoglio

Di polline si veste

Mentre il passero

Fermo rimane

E osserva

Scrutando il frutto

Della sua esistenza

Mai avrebbe detto

Di esser l'unico

Che potesse ammirare

Il miracolo del dolore

Solitario pescatore

Solitario pescatore che ti accingi sulla riva osservando l'acqua

che non si muove più

Solitario pescatore che raccogli la tua lenza sperando nella vittoria

che da tempo non c'è più

Solitario pescatore che scruti l'orizzonte aspettando la sera che non arriva più

Solitario pescatore che mi fissi sorridendo

aspettando che io ricambi come fai tu

Solitario pescatore che fumi borbottando toccandoti le mani come te solo fai

Solitario pescatore a te io scrivo

poiché nello stesso lago abbiamo pescato

Solitario pescatore solitario me

a te dedico questa canzone poiché preziosa è

Solitario, eternamente solitario che la bellezza ammira e apprezza e altro mai non farebbe se non continuare a pescare

Sognando piano

Piano si desta da un sonno

che eterno pare

Piano si muove nell'aria

che eterea pare

Piano si osserva nella sua bellezza che aliena pare

Piano mi scruta con i suoi occhi che vetro pare

Piano mi afferra con la sua mano che cotone pare

Piano si poggia sul mio nudo corpo che roccia pare

Piano mi morde e avverto un brivido che vita pare

Piano mi tocca il cielo vedo

che Eden pare

Piano mi bacia in modo morboso che gioia pare

E piano, piano scorre la mia inetta vita in questo sogno

Mistero divino

Che mistero sei per me oh vita, rigogliosa e fragile

e ti insinui ovunque

in ogni strada, in ogni lembo di carne

Fuggente e strisciante compari e scompari in noi senza porgere avviso

senza dar peso a noi, inutili

Te, grande gioia che riempi tanti cuori di amor e immensità

ricoprendo il male originario

Eppur ti sei scordata di me da anni aspetto la tua presenza il sentirsi invaso da te

da poter morire, da poter urlare

A me questo privilegio non spetta e la disperazione porta alla luce uno strano lato dell'uomo

da secoli nascosto dal tuo elisir

Eccomi, questo son io, lo gnudo io che non è ancora stato toccato da quel oppio chiamato vita

che a voi tutti reprime la natura

Vita, me non avrai, me non vorrai cosi io confido in me

nelle mie memorie, nelle mie certezze poiché te mai ne hai offerte

Ma senza te, oh vita, sarò mai amato?

Qualcuno riuscirà mai a scovar in me questo pensiero leggero di voler amare senza confini?

Che te possa bruciare negli inferi vita tutto mi levi e tutto mi neghi

ed io, che niente ti feci per cosi tanto male ti cerco invano nelle vite altrui

Voi tutti, rigogliosi e pieni cosa mai avete cosi tanto da gioire?

Non vedete me, che son stanco e dolorante non vi chiedete cosa mi turba cosi tanto?

No, voi mezzi uomini non ve lo chiedete la vita vi ha resi cosi vitali da non vedere

mentre dalla mia parte, questa grande nube mette in luce la vostra zozza anima

E qui il mio conscio non sa più cosa sia meglio tra un lurida anima con un assicurato amore

o quel che ora sono, e sempre son stato

Un abisso al di sopra di me e un altro che regna nel fondo

avanti e dietro il nulla regna

e io, nel mezzo, vengo assalito dall'indecisione

Distruggerei tutto se potessi!

Annienterei voi e questa miserabile condanna!

Perché non disperate? Perché non tremate?

Perché non vi inorridite per la vostra piccolezza?

Mostri, ecco cosa siete ecco cosa il "miracolo divino" vi ha fatto diventare

piccoli burattini e grandi mostri

Ma io no, non sarò mai come voi rinuncio alla vita, rinuncio a questa luce

e mi lascerò abbracciare dall'eterno nero

che sempre mi ha amato e sempre mi ha mostrato

Mentre vengo risucchiato da esso vedo i vostri visi, sorridenti

ignari di ciò che sta per accadere e una lacrima io perdo, rimpiangendo l'amore