Momento, che mi trai in inganno in quell'attimo il mio animo
si fa carico di infinite sensazioni
che si affacceranno solo in quel momento
Voglio rivivere ancora, voglio sentire di nuovo quel tremolio nel mio cuore all'udire, al vedere, al provare
ma te, momento, perfido e presuntuoso
Ti affacci alla porta della mia coscienza per poi sparire, come non fossi stato mai e nella disperazione ti cerco ovunque
ti richiamo, o momento, ma dove sei?
In una singola frazione di tempo riesci a darmi più d'una vita
e allora perché, perché mio momento
non torni a darmi l'apparente sollievo?
Ritorna di nuovo da me, fratello mio ho bisogno del tuo fresco calore e del tuo trasporto verso il cielo
altro non chiedo se non te, ancora
Ti cercherò, nulla potrà fermare la mia fame nulla e nessuno potrà ostacolare la mia sete vieni a me, momento, sorgiamo ancora assieme
Oltre il nulla solo fitta nebbia
che permette al pensiero
sogni sensazionali
E chissà cosa mi nascondono queste cime
che alte si elevano
Se solo potessi oltrepassare e osservare
cosa mi riservano
Ma qualcosa mi trattiene in questa posizione
una forza più grande mi tiene a terra
E di bianco sarò ricoperto sotto un celeste cumulo dove nulla e nessuno potrà arrivare
Ma solo ora mi accorgo che sotto questo cumulo ho passato tutto il mio tempo
E tacque la vita
In un germoglio
Di polline si veste
Mentre il passero
Fermo rimane
E osserva
Scrutando il frutto
Della sua esistenza
Mai avrebbe detto
Di esser l'unico
Che potesse ammirare
Il miracolo del dolore
Solitario pescatore che ti accingi sulla riva osservando l'acqua
che non si muove più
Solitario pescatore che raccogli la tua lenza sperando nella vittoria
che da tempo non c'è più
Solitario pescatore che scruti l'orizzonte aspettando la sera che non arriva più
Solitario pescatore che mi fissi sorridendo
aspettando che io ricambi come fai tu
Solitario pescatore che fumi borbottando toccandoti le mani come te solo fai
Solitario pescatore a te io scrivo
poiché nello stesso lago abbiamo pescato
Solitario pescatore solitario me
a te dedico questa canzone poiché preziosa è
Solitario, eternamente solitario che la bellezza ammira e apprezza e altro mai non farebbe se non continuare a pescare
Piano si desta da un sonno
che eterno pare
Piano si muove nell'aria
che eterea pare
Piano si osserva nella sua bellezza che aliena pare
Piano mi scruta con i suoi occhi che vetro pare
Piano mi afferra con la sua mano che cotone pare
Piano si poggia sul mio nudo corpo che roccia pare
Piano mi morde e avverto un brivido che vita pare
Piano mi tocca il cielo vedo
che Eden pare
Piano mi bacia in modo morboso che gioia pare
E piano, piano scorre la mia inetta vita in questo sogno
Che mistero sei per me oh vita, rigogliosa e fragile
e ti insinui ovunque
in ogni strada, in ogni lembo di carne
Fuggente e strisciante compari e scompari in noi senza porgere avviso
senza dar peso a noi, inutili
Te, grande gioia che riempi tanti cuori di amor e immensità
ricoprendo il male originario
Eppur ti sei scordata di me da anni aspetto la tua presenza il sentirsi invaso da te
da poter morire, da poter urlare
A me questo privilegio non spetta e la disperazione porta alla luce uno strano lato dell'uomo
da secoli nascosto dal tuo elisir
Eccomi, questo son io, lo gnudo io che non è ancora stato toccato da quel oppio chiamato vita
che a voi tutti reprime la natura
Vita, me non avrai, me non vorrai cosi io confido in me
nelle mie memorie, nelle mie certezze poiché te mai ne hai offerte
Ma senza te, oh vita, sarò mai amato?
Qualcuno riuscirà mai a scovar in me questo pensiero leggero di voler amare senza confini?
Che te possa bruciare negli inferi vita tutto mi levi e tutto mi neghi
ed io, che niente ti feci per cosi tanto male ti cerco invano nelle vite altrui
Voi tutti, rigogliosi e pieni cosa mai avete cosi tanto da gioire?
Non vedete me, che son stanco e dolorante non vi chiedete cosa mi turba cosi tanto?
No, voi mezzi uomini non ve lo chiedete la vita vi ha resi cosi vitali da non vedere
mentre dalla mia parte, questa grande nube mette in luce la vostra zozza anima
E qui il mio conscio non sa più cosa sia meglio tra un lurida anima con un assicurato amore
o quel che ora sono, e sempre son stato
Un abisso al di sopra di me e un altro che regna nel fondo
avanti e dietro il nulla regna
e io, nel mezzo, vengo assalito dall'indecisione
Distruggerei tutto se potessi!
Annienterei voi e questa miserabile condanna!
Perché non disperate? Perché non tremate?
Perché non vi inorridite per la vostra piccolezza?
Mostri, ecco cosa siete ecco cosa il "miracolo divino" vi ha fatto diventare
piccoli burattini e grandi mostri
Ma io no, non sarò mai come voi rinuncio alla vita, rinuncio a questa luce
e mi lascerò abbracciare dall'eterno nero
che sempre mi ha amato e sempre mi ha mostrato
Mentre vengo risucchiato da esso vedo i vostri visi, sorridenti
ignari di ciò che sta per accadere e una lacrima io perdo, rimpiangendo l'amore