<<Il più semplice atto surrealista consiste nello scendere in strada con una
pistola per mano e sparare a caso, finché si può, sulla folla. Chi non ha avuto
voglia almeno una volta di farla finita così col piccolo sistema di avvilimento e
di cretinizzazione oggi in vigore, ha il suo posto ben preciso in mezzo a quella
folla, col ventre all’altezza della mira>>
André Breton
<<Non è il caso né di piangere né di sperare, si tratta piuttosto di cercare nuove
armi>>
Gilles Deleuze
Pistole Dada sono le mie parole, sono le armi che userò per farvi fuori.
Sono le armi dell'infante: di chi non sa o non vuole parlare.
Sono le pietre-censura, quelle che impugno se sento la parola
<<cultura>>.
Pistole Dada come armi irrazionali, armi anti-grammatica, anti-
saggezza. Le uniche in grado di fare arte e di uccidere. Le uniche in
grado di sparare nel mucchio, di aprire buchi neri che inghiottono tutto.
Pistole Dada sono costruite per colpire chi chiede cosa sono o a cosa
servono. Sono armi improprie, armi a doppio taglio che non concedono
il loro onore. Armi elettriche, per dare una scossa a questo posto. Armi
che non sapendo chi colpire, colpiscono tutto. Fuoco amico, pistole che
si sparano tra loro. Armi come soprammobili, armi pronte-fatte, armi in
quanto io dico <<armi>>.
Pistole Dada sono quelle che userai per spararti in testa quando non ne
potrai più dei talk show. Ti spari e (oh mio dio) schizzi di sugo sulla tv e
sulle pareti!
Le armi servono agli hippies per i loro sit-in. Le produciamo per loro.
Non per i generali cileni, gli arabi, gli israeliani. Produciamo infatti
anche pistole psichedeliche, granate a forma di collane, armi rock 'n'
roll, armi mistiche per buddisti, ebrei, cristiani.
Le nuove armi, tra l’altro, non sono più quelle grigie di una volta, queste
sono aggiornate alla società contemporanea. Sono fashion, rivestite in
pelle ed alluminio e tutte firmate da rinomati designer.
Sono distribuite in massa nei supermercati e nelle farmacie di tutto il
mondo. Sono disponibili in fantastici assortimenti e in tre bellissimi
colori. In ogni confezione è incluso uno stile di vita. Le trovi anche nei
migliori negozi di giocattoli e in fondo al tuo cuore di tenebra.
Pistole Dada sono armi greimasiane; provocano danni materiali e
morali. Fanno danni materiali veri, tipo uccidono tua madre o sparano
davvero al tuo vicino e tu vai in galera. Ma fanno anche tremendi danni
simbolici in cui tu perdi tutti i punti di riferimento e non sai quale partito
votare alle elezioni. I proiettili metaforici invece possono fare buchi neri
nella realtà spazio-temporale, possono ferire a morte la Verità e
azzoppare il tuo Dio del momento.
Sono pistole e catapulte dada che lanciano feti contro manifesti
pubblicitari, che spargono sale dada su ferite futuriste, che dicono
<<si>> alla vita anche quando la vita è la morte.
Questo tipo di arma è la migliore per film splatter o porno amatoriali. La
canna della pistola può essere infilata in vagina, o anche il calcio, che è
più grosso, può essere usato come fallo. Quando la canna della pistola è
entrata completamente nella figa o in culo è possibile premere il grilletto
e sparare nel corpo del sodomizzato (nella confezione sono inclusi anche
dei fazzoletti per piangere).
Fare arte con pistole è l'equivalente di fare filoso fia col martello. La
pistola (una P38) è impugnata al contrario e colpisce col calcio; s figura
le top model, ammacca le spider, scredita i politici; perché a noi piace
domandare coi ferri e intendere come risposta quel suono vuoto che
parla di film western e di pupazzetti presocratici.
Pistole Dada incendiarie sono utili a bruciare i libri di Jodorowski e le
collane di filosofia. Sono pistole sexy, pistole di sesso che sparano con
un sottofondo jazz.
Con mitragliatori automatici Dada puoi scrivere parole oscene sui muri e
negli ambienti dei videogame, parole tipo: bene, serio, vero, ecc.
In questo pazzo mondo violento le pistole imperiture segnano il confine
e sta a te decidere da che parte stare: se tenerle in pugno o se beccarti il
proiettile.
Pistole Dada sono le armi della sapienza rivolta contro i sapienti. Sono
ferri da mettere nei pantaloni per far sembrare il pisello più grosso.
Pistola come pene, pistolino. Armi pericolose ma seducenti. Oggetti
perfetti, di un fascino irresistibile.
Pistole Dada sono stencil sui muri delle nostre città. Sono pistole
boomerang, armi calde come la felicità, pistole automatiche che sparano
sulla folla <<bang, bang>>, mitragliatrici impazzite <<ta, ta, ta, ta>>, spade metaforiche e paralogiche <<zen, zen>>. Sono come spade di
prajna: molto più di rasoi francescani. Sono pistole che si trasformano in
forbici per la distruzione e il cut-up della morale.
Se fossero vere sarebbero armi, se fossero armi sarebbero di distrazione
di massa.
Pistole Dada sono quelle nella tasche di Arthur Cravan, di Huelsenbeck
e di Vaché; i suoi proiettili sono le opere d’arte di Benjamin.
Sono i revolver di Lucini, di norma in dotazione alla imprese di
demolizione.
Sono pistole redentrici, quelle usate per la roulette russa. Pistole per
colpire e poi pentirsene.
Sono l’equivalente dei martelli Mjöllnir: distruggono i giganti e tornano
indietro per colpire chi li ha usati.
Pistole Dada sono quelle che tutti noi abbiamo nel cuore ma nessuno osa
utilizzare. Sono quelle che per impugnarle occorre trafiggersi il petto ed
estrarle.
Le pistole Dada grondano di sangue, ma quello è il nostro sangue, è il
sangue di quando avevamo ancora un cuore.
Rebus (cose)
Scritti per far soldi
o
Pin-up, eroi rivoluzionari ed esplosivi d’avanguardia
Niente a che fare con l'ingrediente segreto della Coca-Cola
<<Se vuoi vedere Dio, muori>>
Allen Ginsberg
Una parola in meno è sempre la soluzione migliore. Ho sentito la
mamma dire al babbo che nel mio letto c'è un topo, che è intrappolato
vivo nel materasso, che era quello lo strano rumore che sentivo ieri
notte. Mia madre non mi riconosce. Mio padre legge il giornale e dice
che questo paese sta andando dritto all'inferno. Mio padre è un ragno ed
è ogni giorno più grande. Mio padre è morto, assieme a mia madre, anni
fa. Col tempo ci si abitua a tutto. La nonna avrebbe iniettato nel suo
corpicino delle sostanze chimiche, le prostglandine, in modo da poter
usare il pene del bambino per la penetrazione. Le Metamorfosi sarebbe
tranquillamente potuto essere il titolo di un libro di Kafka, o il nome
dell'avvoltoio che affogò dentro di lui. Il cinema è scuro, è il cinema
delle nostre vite. Il film parte ma lo schermo resta nero. Si sentono voci
far vibrare la tela, sono voci di bambini. A gruppi si alzano e vengono a
me. Fanno smorfie insopportabili, mi insultano, brandiscono cartelli di
propaganda, mimano slogan politici. Ti vuoi guardare in faccia e/ma non
ti fidi degli specchi? Li capisco, sai, quei bambini che non vogliono mai
andare a dormire. Il mondo è destinato a finire. Il mondo poggia
sull’insensatezza. L'inconscio caga, fotte e piscia. La psicoanalisi è un
mito tenuto in piedi dall’industria dei divani. Il pene è soltanto un
simbolo fallico. Il progresso ha i suoi svantaggi, di tanto in tanto
esplode. Quelli che muoiono bisogna pregare Iddio per loro. La storia
delle guerre è quella della metamorfosi dei loro campi di percezione. La
psicoanalisi è una gabbia tautologica. La cosa coseggia. Il femminismo è
settario. Ogni delitto riflette specularmente l'immagine del suo autore.
Lo strumento che suoni influisce sulla musica che fai. Il primo che va in
giro di notte gli faremo la pelle. Gli faremo lo scalpo e lo consumeremo
al fuoco. Il culo è la parte più morbida e rosa del corpo. Il culo non è
traducibile. Puzzate di profumo signor Zorba. Una sequenza non implica
conseguenza ma mero mutamento. Si sarà pure laureato in sociologia ma
almeno non è un negro. Santa famiglia, sacrario di buoni cittadini, dove i
bambini sono torturati finché non dicono la prima bugia, dove la volontà
è spezzata dalla repressione, la libertà è assassinata dall'egoismo. Le
famiglie... uu, uuu, fucking, family, you fucking, damned, Jesus, oh, oh,
Jesus. Jai Guru Deva, Om. Qoelet. Lorem ipsum dolor sit amet. Asa nisi
masa. Quello che è strano, via. Evirazione. Nei campi c’è la dorifora; il
cane è in giardino; è un uomo del demonio; su tutte le cime / v’è pace.
Siamo contenti? Son dio, ho fatto questa caricatura. Meglio di così si
muore. Bela Lugosi. Caroline de Bendern. Heinrich von Kleist. Obi-
Wan Kenobi. Teurgia. Zeitgeist. Donnine in fregola. Il busto di Mao ha
pianto sangue. La mia camera è simile ad una scatola, un congegno che
si chiude automaticamente, ma bisogna prestare attenzione perché se
l'energia esce, la scatola è più leggera e si solleverà leggermente sulla
bilancia. Questo cambia la posizione dell'orologio. Quindi l'orologio
devia dal nostro sistema di riferimento stazionario, quindi per la
relatività speciale, la sua misurazione del tempo sarà diversa dalla
nostra, portando ad un inevitabile margine d'errore. Una scatola nella
quale rinchiudermi senza errori. Spenderò la giovinezza per fare soldi,
poi i soldi per tornare giovane. Io ero nella torre nord quell'undici
settembre, e quando ho saputo, mi è crollato il mondo addosso. Il
concerto Olatunji. La mano da penna vale la mano da aratro. Avenue
Junot n°15. Monty Cantsin. Adele Faccio. La cosa più triste è quando
c’è il funerale di un bambino. Santa asinità. Emanatismo. Teofania.
Guastagusto. Paura come antidoto alla noia. Le posizioni che esseri
umani e bestie assumono per fare l’amore o la guerra. Plastica esplosiva.
Ferro per fare i jack. No alla nostra normalizzazione. Ubriacarsi in
solitudine vale quanto condurre i popoli. Così passa la gloria di questo
mondo. Superstringhe di una M elettrica. Al vostro primo battito di
ciglia finirà il mondo. La morte come metafora della vita. La festa si è
istituzionalizzata. Cannocchiali aristotelici e revolver indù. Bambole
schiacciate, pillole pink. La Falconetti d'Arco. La macchina per
fabbricare quadrati. L'hard disk sul quale salvarmi. Lo spray all’ansia e
lo sparginoia. La banalità del bene. la mai tanto esecrata e aborrita
libertà di coscienza. Alcova d’acciaio. Insulti pickwick. La sala delle
ombre degli zar. Gesù lo sverginatore interno. La vagina di Norimberga.
Chi ha paura del cinematografo? L'inattitudine al matrimonio e agli
affari i due pilastri su cui si reggeva la società piccolo borghese
dell'epoca. Quella teoria secondo cui tutto è spiegabile
meccanicisticamente, tutto è conseguenza di cause. Quella teoria
secondo cui una parola in più è sempre la soluzione migliore; secondo
cui la cultura è un fango nel quale sguazzare o morire annegato; secondo
cui i bambini sprofondano ogni notte nel sonno come se fosse tutto ok;
secondo cui qualcuno doveva per forza averlo calunniato. Col tempo
non ci si abitua a niente. Sentire la parola <<cultura>> e mettere mano
alla pistola. Il non preoccuparmi e l'amare la pistola. La bomba fine di
mondo. In realtà la frase venne pronunciata da un altro funzionario
nazista, Hans Joost, e parlava di una Browning. Moda di fine secolo (ma
di quale secolo?) La citazione diviene fagocitazione ed alla
decostruzione si sostituisce la più spettacolare e rapida distruzione. La
rivoluzione si è istituzionalizzata. Anastomosi Dada-Zen. Sua maestà
John Merrik. Il lobotomizzatore. Allucinazioni ipnagociche. Teoria delle
catastrofi. Quel dieci percento del corpo umano costituito da piscio.
Grandi consolatrici. Il luogo comune e il non luogo a procedere.
Costruire cinema sulla falsariga di ospedali da campo. Gettarsi a corpo
morto contro la carrozza della postmodernità per esserne schiacciati.
Morire per sfondamento del torace. Speculazioni teoretiche-finanziarie.
Portarsi a letto il proprio investimento. Dinamometamorfismo. Avere
mal di pancia nel 1932-33, al tempo delle grandi purghe di Stalin. Al
tempo della grande morìa delle vacche. Le poesie lette dal sintetizzatore
vocale. Messaggi nascosti. Razzi Katyusha o Kalinka. Bignami. I
prevedibili effetti delle nostre frasi sulle giovani donne. La regina
d'Inghilterra e il piccolo principe. Le macerie del Buddha di Bamiyan
dopo le cannonate talebane. Miss Liberty e la sua fica bagnata sotto
l'acciaio della tunica. Il vangelo secondo Tommaso. Studentesse di
management vestite di Crystal. Centauromachia. Panegirici. Ernesto
Rossi. Chris Korda. Rapper seicenteschi acchittati a Union Jack. Il Che
Guevara morto di Mantegna. Breviari e bambini in posizione canonica.
Minculpop e Robocop. Donosor. Beatnik. Sputnik. The hippie to the hip
hip hop, a you don't stop. Nascita e morte come epifenomeni. Magliette
a T. Grozny. Matthew Carter e Verdana sulla prima pagina del Times
New Roman. Necrosi. Fine del mondo e morte di Pannunzio. La felice
idea di usare un Rembrant come asse da stiro. Sami Rosenstock. Che
razza di teste di minchia artistiche dal cervello di scarafaggio hanno
cucinato questa sbobba apocalittica? I fornitori di oscurità insensata
sono le “Squadre della Morte” dell’estetica contemporanea. Indigestione
di ambrosia. Novantenni obesi su una branda lercia. Il ventaglio di scelte
sterili come cemento fermentato ad antisettico. Chiuse. Circoncisioni a
tre euro. Miṡologìa. Dadorami. Symbállein. Su ciò di cui non si può
argomentare, bisogna narrare. Fatemi un assegno e mi sego la lingua.