Vangelo Nichilista by Luther Blissett - HTML preview

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Scepsi Tonica

E’ elementare come importante mandare a mente il tema

metamatematico e assimilare che non è la nostra negligenza ma il genio

maligno a far sballare i calcoli e farci prendere brutti voti in algebra.

La matematica è solo un linguaggio, una convenzione. Dire:

<<1+1=2>> è astruso e arbitrario quanto dire: <<anima>>. 7+5≠12.

1=30.

Un filosofo con tanto di barba bianca e voce saggia una volta affermò di

poter distinguere l’essere dall’apparire. Non aveva considerato

l'anisotropia. Non conosceva la polirematica che c’è nelle cose.

<<Come sono rossi questi petali! Sembrano macchie di sangue sulla

tovaglia. Ma non vuol dire nulla. Non bisogna cercare simboli in tutto

ciò che si vede. La vita diventerebbe impossibile. Sarebbe meglio dire

che le macchie di sangue sono belle come petali di rose>> (Wilde).

Questa non è una pipa. Questa non è una mela. Questo non è un

Magritte. Questo non è un libro. Questi non sono dei giganti. Questo non

è un esercito nemico, sono solo delle pecore. In realtà stiamo morendo,

non vivendo. P e r Caterina II il villaggio Potëmkin era vero. Per

Napoleone Milano era sud.

E’ tutta una questione di prospettiva (e di effetto Kulešov).

Nella lingua, come nel mondo, non ci sono cose ma solo vuote

differenze. La natura dei segni è l'insieme delle loro relazioni. Noi

vediamo per mezzo di linguaggi, di codici che presuppongono queste

relazioni. <<La relazione, il puro rapporto è ciò che domina la struttura

della coscienza>> (Cassirer).

Nel mondo non ci sono fatti, ma solo interpretazioni di queste relazioni.

Non ci sono osservatori esterni a questi codici. Pensiamo in funzione

della nostra ecologia, che è relativa, storica ed empirica. Il nostro vedere

il mondo è una somma di abduzioni e di giudizi percettivi strutturati.

La nostra visione del mondo è determinata da griglie interpretative

ereditate. Queste griglie rispecchiano, ma sopratutto prefigurano il modo

in cui interpretiamo le cose; determinano la nostra visione curiosa, la

nostra visione annoiata, la nostra visione nera delle cose.

Questi schemi, queste strutture sono però relative, sono mutabili.

Non solo il modo in cui vivi, mangi, fai l’amore, ti vesti, come parli e

come pensi è relativo, ma l'intero contesto semantico in cui agisci è

mutabile.

Lo schema è un limite ma può divenire un'arma.

La costrizione può divenire libertà, basta volerlo. Basta dire <<Amen>>.

<<Non sono le cose in se stesse a preoccuparci, ma le opinioni che ci

facciamo di esse>> (Epitteto) perché <<non v'è nulla di buono o di

cattivo che il pensiero non renda tale>> (Shakespeare).

Attraverso un mutamento di weltanshaung, attraverso nuove chiavi di

lettura è possibile cambiare il modo in cui interpretiamo il mondo ed in

cui agiamo nel mondo. E’ possibile dunque cambiare il mondo.

Un cambiamento di orizzonte epistemologico. Un mutamento di senso

razionale e quindi reale.

<<L'immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta dalla nostra

certezza che sono esse e non altre, dall'immobilità del nostro pensiero

nei loro confronti>> (Proust).

La tua felicità non ha davvero nulla a che fare con la tua condizione

materiale. Essere un malato, essere uno schiavo rattrista solo chi ne ha

coscienza.

La nostra filosofia <<non è ciò che fonda i saperi ma ciò che li sfonda>>

(Vattimo). La saggezza può darti potere, ma non il potere che credi. Non

sarà una relazione asimmetrica in cui una volontà prevale sull'altra. Sarà

invece la capacità di un cambiamento di prospettiva, il prevalere di una

visione sull’altra, di una coscienza.

<<Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma

nell'avere nuovi occhi>> (Proust).

Serve scoprire la magia dell’anamorfosi, il potere di una

rappresentazione intrisa di volontà, l’appercezione come atto creativo

per eccellenza. <<La creazione non è disposizione di oggetti e forme, è

invenzione di nuove leggi su quella disposizione>> (Debord).

Sarà un gioco in cui le cose avranno un suono bellissimo perché è così

che le hai udite.

La bellezza delle cose non è nelle cose ma in noi. <<La bellezza delle

cose esiste nella mente che le contempla>> (Hume). E la più sublime

creazione può essere la didascalia messa in calce ad un’esistenza.

Niente è più labile di una differenza.

Alienanti, problematiche, insostenibili non sono le nostre vite, ma le

nostre opinioni su di esse. I problemi sono nomi sbagliati che dai a cose

divertenti. <<Il dir di Si al nonsenso della vita, implica una lucidità non

altrimenti realizzabile. Noi non possiamo rinunciare al linguaggio, né

alle nostre intenzioni, né al nostro volere; ma possiamo valutarli

diversamente da quanto abbiamo fatto fino ad oggi>> (Klossowski).

La cognizione è sempre un atto politico, e la politica è un’arte perché la

cognizione deve essere un’arte.

La cognizione può e deve diventare per noi la prima e più grande fonte

di libertà, perché <<la scepsi totale rende possibile anche la libertà

totale>> (Ball).