Le Mie Idi Di Marzo by Francesco Masocco - HTML preview

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Addio alla natura

Montagne blu che dal sole

sono state dimenticate

E le loro cime bianche e solari

raggiungono i cieli

Ai loro piedi

miserabili esseri

sudano e sanguinano

Ma io

riesco a sentire

la parola del monte

Poso il piccone la vanga

e il martello

Mi dirigo sulla cima e da li mi lancerò verso il mare

Vedrò piano scomparire queste città

e queste strade

Mia grande rovina nostra grande rovina

nostra immensa prigione

Ora che nulla temo so che troverò l'amore

nell'aria che mi taglierà

Il sole mi bacia e mai avrei sognato un addio migliore

Sogno proibito

Piccola creatura che piano ti avvicini al mio collo

posando il tuo dolce sospiro

Le tue labbra dolcemente sfiorano la mia pelle

che trasuda libidine

I tuoi denti vertiginosi e appuntiti trafiggono

il mio profondo

Baci e carezze sul mio nudo collo stai regalando

per alleviare il mio dolore

Brividi e formicolii si estendono

per tutto il mio corpo che da tempo scordai

Non possiamo non dobbiamo

ma questa tentazione è più grande di noi

Tentenno, non voglio cerco di resisterti

ma questo turbine

mi rapisce e mi confonde

Cerco di fuggire cerco una via per scappare ma questo sentimento mi riporta alle tue labbra Questo dolce momento si tramuta in paradiso e piano mi elevo

verso suoni angelici

Tremo e sudo e nell'immensa gioia il mio corpo si perde senza far più ritorno

Sogni, sogni segreti e sogni proibiti il mio profondo

mi regala questa notte

Dannato tu sia sogno maledetto che mi confonde

e mi rattrista il cuore

Dannata tu sia verità meschina

che dopo il sonno

mi ripiomba addosso

Dannato io sia stolto e afflitto

poiché il mio cuore troppo mi da

Dannato io sia sognatore e pensatore poiché ciò che cerco nessuno mai mi cederà

Il terreno volo

Queste anatre volano senza timore

E perché io sono costretto alla terra?

I cieli sono la mia sognata dimora

E voi, strambi uccelli solo invidia mi offrite

L'ignoranza beata è poiché dolore non ha

Solo vane certezze che la vita alimentano

Io non ho tizzoni ma solo un freddo camino

Grido d'innocenza

Faccia, questa orribile faccia sarà forse colpa tua

della mia orrenda solitudine a cui sono costretto?

Si, non vuoi rispondere e mai lo farai, orribile

spudorata e menomata faccia che altro non potevi essere

Ti odio, e non posso far altro che guardarti ed odiarti

mia, sei mia, sei parte di me

e per colpa tua non mi sveglierò

E voi, ditemi, cos'ha la mia faccia?

Anche voi vedete quello che vede io

O è altro? Che io sia un illuso o che sia arrivato al dunque?

No, voi non rispondete, voi non mi guardate vi girate dall'altra parte inorriditi

disgustati a ciò che la vista vi propone e con conati di vomito ve ne andate

Mi negate un saluto che io sempre vi porgo mi negate un amore che io sempre vi offro

mi negate un abbraccio che io con piacere vi darei

eppure ecco, solo mi stringo, solo mi riscaldo

In queste lenzuola trovo l'unico calore che il mondo possa offrirmi

mentre mi rigiro per cercare qualcuno che immagino mi tenga compagnia

Questo lenzuolo che a me stringo immaginandolo corpo, carne, cuore cercando di trattenere le lacrime che piano corrodono il mio viso

Le mie urla crepavano le pareti e scuotevano l'intero palazzo ma sempre solo rimasi

come se nessuno diede ascolto

Allora stanco mi distendo con il cuore che come un treno viaggia

questo, miei signori, sarebbe il momento ideale per pormi una carezza

Una carezza che mai arriverà che solo io riesco a offrirmi

e con la consapevolezza che solo io mi comprendo mi distendo, e piano mi addormento