Il carbone fluttua nell'aria come piccoli coriandoli
lanciati da altrettanto piccoli fanciulli
per festeggiare la propria bautta
E cosi io, brucio e getto all'aria i miei resti
l'unica cosa che vedo è questa maschera che mi hanno incollato al volto
"Ira! Ira funesta, scagliati!
Cosa mi hanno fatto? Chi sono?" Ma nessuna risposta vien dal vuoto e affranto me ne torno in ginocchio
"Che io vi abbia mai deluso? Che io vi abbia mai offeso?
Vi supplico, porgete orecchio
Alle mie sofferenze, ve ne sarei grato..."
Ma di nuovo nessun sussurro si alzò e continuavo a fissare il vuoto
come una dolce moglie che aspetta il marito partito per una guerra lontana
"Chi siete voi?
E perché cosi tanta presunzione?
Chi siete voi per non udirmi
E per ignorarmi? Rispondete!"
Il vuoto si fece ancora più nero e intanto il mio carbone, ciò che un tempo era mio ricopriva il pavimento, grigio, sporco
nascondendo il chiaro e angelico marmo
Le mie mani, non erano più mani crepe e fessure si mostravano ai miei occhi quelle che un tempo erano forti mani ora non erano altro che fragili scaglie
Il mio corpo, che possente era ora solo un cumulo di macerie
un singolo soffio, un piccolo turbine
mi avrebbe portato lontano, rendendomi polvere
"Signori miei, vi prego, io non vivo
Non dormo, non vedo ne ragione ne senno
Solo un'eterna desolazione
Che piano mi sta consumando.
Affanno, lo sentite questo?
La mia voce trema, balbetto
Ed il mio cuore non palpita più
Per amore, ma per paura e angoscia
Signori, io vi imploro
Con la mia più grande umiltà
Non lasciate che io venga divorato
Dal veleno, da ciò che è la condanna umana
Chiedo solo la vostra attenzione
Porgete la vostra anima su di me
Offritemi un barlume, una gioia Non chiedo altro, chiedo amore".
Ma il vuoto poco a poco sparì solo cenere rimase, lì, a terra
invadeva i fiochi raggi di luce
che si intravedevano dalla finestra
Le mie ossa cessarono di porre resistenza e le mie polveri invasero la stanza
in attimo non fui più, in un attimo persi coscienza come da sempre persi fiducia nel futuro
Ora posso riposare, posso calmare l'animo ma l'amore, oh, l'amore
ancora preme, dannato! Che tu sia dannato amore chiedo solo pace, chiedo solo morte
Te ritorni, sempre qui, più fiero che mai mi strattoni, mi chiami, ma cosa vuoi da me? "Io non sono più! Cos'altro debbo dirti?
Lasciamo dormire, ti prego, lasciami..."
Ma non fui in grado, vinse, ancora una volta e tornai di nuovo, ma cenere, sempre cenere e ancora un volta questo vuoto si propone non ostante io sappia, supplico ancora un aiuto