Vangelo Nichilista by Luther Blissett - HTML preview

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La cultura come business

Per chi è stufo delle rapine a mano armata

<<La cosa più importante è come impacchettiamo la nostra immagine: ed è qui

che intervengo io. Sono pagato per parlare. Non sono laureato né in medicina,

né in legge. Sono diplomato in colpire sotto la cintura e incassare insulti. Avete

presente il tipo che può farsi qualsiasi ragazza? Io sono quello… fatto di

crack>>

Christopher Buckley

<<Voglio essere un Business-Man dell’arte, o un’Artista del Business>>

Andy Warhol

Qui vi narrerò la maniera di farsi ricco, ma senza rinunciare a sex

appeal, coerenza stilistica ed eleganza formale.

Il modo più elementare per fare soldi nell’industria culturale è facile

trovarlo in qualità di autore. L’autore non deve occuparsi di contenuti

generici, ma di comunicazione e marketing del proprio prodotto

intellettuale. L’autore è l’artefice della strategia di vendita. Il mezzo, la

forma, sono i messaggi principali su cui operare. Il contenuto deve

essere funzionale alla sua comunicazione, non viceversa.

Ora, per motivi di sponsor, denomineremo l’autore in questione

<<artista>>.

Per essere un artista basta poco, basta affermarlo. <<La prassi

richiederebbe qui una buona dose di termini quali "tensione post-

moderna, empatia, genio e sregolatezza, tragedia esistenziale", qualche

citazione preferibilmente tratta da libri di amici, mescolare il tutto,

attendere un mesetto, e l'artista è pronto>> (Blissett).

L’artista lo riconosci subito: è quello che si alza in piedi gridando di

esserlo. E’ quello che ti sbarra la strada per andare in chiesa, che gira col

martello a pretendere il suo pizzo intellettuale.

L’autorevolezza è qualcosa che si compra a prezzo di mercato. O che si

estorce.

<<Un autore deve imporre le propria opera, deve cominciare ad imporsi

con una super-propaganda vicina allo scandalo>> (Isou).

Gli artisti sono quelli pagati per esprimersi o per tacere. Pretendete che

vi paghino per esprimervi, altrimenti pretendete che vi paghino per stare

zitti. In ogni caso saranno costretti a pagarvi per stare calmi.

Movimenti e conventicole sparse nel mondo, ammazzano per

conquistarsi il loro canale di comunicazione. Per quindici minuti di

diretta comitati d'azione mettono fuoco a bimbi in fasce, graffiano auto

di persone famose, rubano bandiere, sparano ai cani.

E chi oserebbe fermare qualcuno che non abbia davvero nulla da dire,

qualcuno la cui azione sarebbe incontaminata da banali patologie?

E chi fermerà me se in una notte d’inverno inseguissi Kronos o uno dei

suoi amici letterati lungo una spiaggia di Ostia cercando di sodomizzarlo

con un paletto di legno?

Vi spiego come fare soldi con l’industria culturale. L’industria culturale

si basa sul pubblico, e <<se vuoi avere un pubblico, inizia una guerra>>.

Sia fatto il business, perisca pure il mondo.

L'ultra violenza è l’unica penna, l’ultimo foglio. Non c’è altro modo per

esprimersi. L’arte si fa solo a spese della società.

Prendete esempio: Courbet distrugge Buonaparte, Duchamp fracassa

l’artigianato, Pinoncelli fracassa Duchamp, Warhol ne commercializza

le rovine, Raushenberg cancella De Kooning, Brener didascalizza

Malevich.

Quanto sarebbe stato figo se Marcel avesse disegnato quei baffi sulla

vera tela della Gioconda, e se Andy avesse usato l’autentico corpo di

Marilyn per le sue sculture.

Invito tutti gli artisti a distruggere e terrorizzare. Create scompiglio,

bruciate le case dei vostri galleristi, demolite quelle dei vostri editori. I

borghesi che lascerete in vita (per sbaglio) vi ameranno più di quelli a

cui avrete spaccato il cranio.

Inculate i vostri recensori, affamateli, terrorizzateli. A lor signori tutto

questo piacerà perché <<ogni produzione artistica riflette il pubblico a

cui è rivolta>>.

Potrete giustificarvi, in seguito, scaricando le vostre responsabilità

sull’humus culturale che vi ha creato, o magari invocando la numinosità

dell’arte. Potete anche citare qualche passo celebre preso a caso da

internet, tipo: <<nel campo sperimentale, creare è fare violenza a ciò

che esiste, dunque anche all’integrità degli esseri - poiché ogni creazione

di nuovo tipo provoca uno stato di insicurezza: la creazione cessa di

essere un gioco al margine della realtà, il creatore ormai non ri-produce,

bensì produce lui stesso il reale>> (Klossowski).

Del contenuto delle vostre opere non preoccupatevi, <<la dichiarazione

dell'artista basta a produrre dell'arte>> (Duchamp).

Andate negli outlet delle agenzie pubblicitarie e racimolate qualche

sceneggiatura in offerta, qualche stile di vita a poco prezzo o qualche

jingle dimenticato.

Andate di notte nelle biblioteche e saccheggiate a piacimento, <<il

plagiarismo è il metodo artistico realmente attuale>> (Home).

<<Il plagio è necessario. Il progresso lo implica>> (Lautréamont). <<Io

non cito, rubo>> (Picasso). <<I grandi artisti non copiano, rubano>>

(Tarantino). L’artista non ruba mai, lui si appropria, fondando sul suo

genio il diritto. Lui si appropria perché dietro lo scambio simbolico si

nasconde Diogene, si nasconde la morte. Non si copia, si espropria. Non

si cita, si fagocita. Clown piuttosto che cloni. Carte da tarocchi, non

trattati di semiotica.

Nella storia si è passati sempre più scientificamente dalla vendita di beni

e servizi alla vendita di esperienze e prodotti immateriali. Ma a te non

frega niente. Vuoi che ti dica cose che già sai. E al posto della tua faccia

vedo quella di George Washington o di Maria Montessori, o un ponte

che unisce Dublino ad Atene.

Io faccio soldi con l’industria culturale supercedendo a compromessi.

Invito tutti ad essere artisti e diventare miliardari. Imparate da me: io

vendo simboli, grammatiche, stili di vita, weltanshaung, religioni,

sistemi morali, gerarchie di valori, mode, sport, frasi fatte. Scolpisco

chiavi, disegno matrici, produco codici enigma. Vendo analisi di qualità,

le migliori sul mercato. Discreta filosofia a prezzi irrisori, letteratura

d’evasione con gadget autolesionisti. Vendo a prezzi altissimi ma

trasvalutati. Cedo anticonformismo alle masse. Vendo confezioni di

Prudhon, barattoli di anarchismo, assicurazioni contro il liberismo e

saponi per pulirsi le mani dal sangue. Spaccio monete, ricchezze, scatole

cinesi, palle di vetro, idee originali. Commercio in indulgenze, tratto

lenti colorate. Vendo anche libbre della mia carne lacerata.

Vi vendo tutto ciò di cui avete bisogno per farvi appassionare a questa

vita, ma allo stesso tempo compro voi.