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Provo nausea verso l'ossimoro, l’anafora ed il rovesciamento del
genitivo. Odio la retorica esistenzialista, postmodernista, nichilista e la
retorica dell’anti-retorica. Il linguaggio è retorica. L'intelligenza è
retorica. L’intelligenza deve tacere. Vomita la tua intelligenza!
Niente si crea, tutto si distrugge. Tutto sporca, tutto confonde. Tutto
imbratta l’originale purezza.
Basta coi filosofi, basta amore per la saggezza. Servono scuole in cui si
insegni lotofagia, in cui i professori aiutino a dimenticare. Servono figli
di Urano e di Gea e nuove figure professionali come facilitatori d’oblio.
Servono otto anni di studio e poi gettarsi nel fiume. Serve che vi
prendiate voi stessi a pugni in piena faccia e cascate morti.
Viva la cultura, viva la muerte!
Io non provo nausea ma un’implacabile estasi nei confronti delle mie
potenzialità.
Io non mi critico. Ogni critica è indigenza e feccia e miserabile
polemica.
Io voglio simboli, e non ne ho mai abbastanza.
Se nessuno pronuncia la parola <<cultura >> lo faccio io, così da poter
sfoderare la mia Walther nuova di zecca.
La verità non esiste. Lo scriverò dagli aerei sulle città. Lo stamperò sulle
vostre magliette.
Niente sporca, niente confonde, siamo noi l’originale purezza. La
purezza non esiste. La verginità è nelle menti ottuse dagli animi
meschini. La vera bestemmia è il tabù.
Io ho imparato a non preoccuparmi per queste sciocchezze, anzi ad
amarle. Voglio la distruzione delle bilance. Voglio i Warhol, i Marino, i
sofisti, gli Zelig. Voglio il basso ventre, e il turbocapitalismo. Voglio
Cristo, Che Guevara, Lenin, Marx, Buddha, gli avatar indiani, l'araldica,
Bafometto, la croce celtica, la stella di Davide, le bandiere, il triangolo,
il pentacolo. Voglio la confusione, le ingiustizie, il plagio, il barocco.
Voglio la distruzione futurista e la distruzione del futurismo. Voglio
mangiare serpenti e cavalcare ordigni. Voglio che la morte tremi nel
pensarmi, voglio che mi tema. Voglio che il mio avvicinarmi le provochi
angoscia.
Dicendo <<si>> alla vita, dicendolo in russo ed in rumeno, ho imparato
a non preoccuparmi ed amare lo scempio. Ad amare le contraddizioni,
l’illusione, il mutamento. Ho imparato ad ammettere la non-verità e la
coscienza della morte come condizione della vita.
Ho imparato a non preoccuparmi del tempo e della storia e considerarli
miei alleati. Mio alleato il determinismo. Miei alleati il fuoco, il
meccanicismo, i mostri e la volontà acefala.
Ho imparato che il buio non ci minaccia ma ci protegge. Ho imparato a
seguire il destino, ad accettare il comando, ad obbedire alla legge,
perché io questa legge, io questo comando, io questo destino.
Ho imparato a farmi onda, flusso, corrente, e a serrare i denti nel
momento opportuno.