Per avere un quadro complessivo delle principali teorie che abbiamo finora visto, è possibile raggrupparle nelle diverse epoche in cui sono state adottate. Questa visione d’insieme facilita l’identificazione dell’origine e la comprensione di come esse si siano evolute cronologicamente nel contesto teologico della salvezza.
Possiamo notare come, nel corso dei secoli, le varie teorie si siano, nella maggior parte dei casi, allontanate da quelle che erano le concezioni originarie della prima Chiesa. Infatti, nei primi secoli la salvezza era intesa come un’unione spirituale a Cristo tale da produrre nel fedele una trasformazione radicale, un profondo cambiamento morale finalizzato a produrre buoni frutti per la collettività, in particolare a favore dei più deboli. Successivamente, nell’alto Medioevo, probabilmente per le influenze pagane romane, la salvezza si trasformò in una questione commerciale e/o militare, esterna ed estranea al fedele, e includeva nel quadro dell’avvenimento soltanto Dio e il diavolo. Infine, nel basso Medioevo, in seguito all’introduzione del pensiero aristotelico nel cristianesimo, si giunse a fare della salvezza un accomodamento giuridico / legalistico interno alla Trinità, con una compartecipazione dell’uomo (nella versione di Tommaso d’Aquino) o con esclusione totale di esso (nella versione di Lutero e Calvino), dunque ben lontani dalle concezioni originarie.
Nel prossimo capitolo esamineremo alcune teorie moderne che sono state proposte a partire dal XIX secolo, e che hanno in qualche modo cercato di recuperare alcuni dei concetti che erano andati perduti.