Salvati dalla Sua Vita by Marco Galli - HTML preview

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CAPITOLO 14

IL NUOVO COMANDAMENTO

 

 

 

Allo stesso modo, dopo aver cenato,

diede loro il calice dicendo:

“Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue,

che è versato per voi”.

Vangelo di Luca 22:20

 

Io vi do un nuovo comandamento:

che vi amiate gli uni gli altri.

Come io vi ho amati,

anche voi amatevi gli uni gli altri.

Vangelo di Giovanni 13:34

 

 

 

In questo capitolo affronteremo un tema che, paradossalmente, è stato ignorato o solo marginalmente considerato nell’ambito delle teorie della salvezza, ma che rappresenta un elemento fondamentale dell’opera compiuta da Gesù. Questo conferma, ancora una volta, come le dottrine soteriologiche che si sono succedute nel corso dei secoli abbiano perlopiù trascurato il messaggio di Gesù, per focalizzarsi su questioni importanti ma non ultime, sulle quali sono stati costruiti edifici teologici dalle fragili fondamenta.

Ciò di cui parleremo in questo capitolo è il nuovo patto annunciato da Gesù durante l’ultima cena, come momento culminante della sua predicazione. È sorprendente notare come le due grandi sezioni della Bibbia, Antico e Nuovo Testamento (o alternativamente Antica e Nuova Alleanza o Patto), portino siffatto nome a sottolineare l’assoluta centralità di questo tema, che è invece spesso trascurato dalla gran parte della teologia. Cercheremo dunque di riscoprire il significato più profondo di quello che costituisce uno degli architravi su cui poggia l’intero edificio delle Sacre Scritture, il fondamento della nostra fede.

 

 

14.1. Il berith

 

Abbiamo appena visto come la parola “testamento” sia stata usata nella Bibbia alternativamente alle parole “alleanza” o “patto”,310 sebbene nella lingua italiana queste parole abbiano significati diversi; è necessario partire da questa stranezza linguistica per comprendere dove volevano condurci gli autori della Bibbia. Vediamo nel dettaglio:

 

Testamento: atto giuridico con il quale una persona dispone in forma scritta delle proprie sostanze per il tempo successivo alla propria morte. Può avere anche carattere non patrimoniale, ma ideologico o morale.311

 

Alleanza: convenzione, accordo fra due persone o fra due parti, in virtù del quale s’impegnano a concedersi reciprocamente supporto in vista del raggiungimento di uno scopo comune.

 

Patto: in generale, convenzione, accordo fra due persone o fra due parti.

 

Appare evidente da queste definizioni che si stia parlando di concetti diversi tra loro, che non possono essere utilizzati quali sinonimi. Infatti, la parola testamento indica una disposizione unilaterale di un soggetto ad altri soggetti; l’alleanza implica invece un’obbligazione reciproca e vicendevole di supporto tra più soggetti; mentre la parola patto è semplicemente un accordo stipulato fra due parti su determinati presupposti. Nella lingua ebraica, l’unica parola utilizzata nella Bibbia, tradotta poi in italiano come testamento, alleanza o patto, era berith;312 la comprensione di questo termine è di assoluta centralità per il nostro studio, vediamone l’esatta definizione:

 

Il significato originale di berith non è “accordo o alleanza tra due parti”, come si sostiene comunemente. Berith implica prima di tutto la nozione di “imposizione” “responsabilità” o “obbligo”. Così troviamo che il berith è comandato (tsisvvah beritho, “ha comandato il suo patto”, Sal. 111:9; Giudici 2:20) che certamente non può essere detto di un accordo reciproco. Berith è sinonimo di legge e comandamento e l’alleanza al Sinai in Esodo 24 è nella sua essenza un’imposizione di leggi e obblighi al popolo. […] Berith come impegno deve essere confermato da un giuramento che includeva molto probabilmente un’imprecazione condizionata: “Che questo e quest’altro mi accada se violo l’obbligo”. Il giuramento dà all’obbligo la sua validità vincolante, e perciò troviamo nella Bibbia, così come nelle fonti mesopotamiche e greche la coppia di espressioni: berith ve'alah, patto e giuramento.313

 

La correttezza di quest’interpretazione è ravvisabile sia nell’opera dei traduttori della Bibbia Septuaginta,314 che in quella degli autori del Nuovo Testamento, in cui berith venne tradotto con la parola greca diatheke che significa promessa o testamento, e non con sunthke, che significa invece alleanza. Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Paolo, erano ebrei, sapevano che berith non era una suntheke, un accordo di reciproco sostegno, ma una diatheke ovvero una disposizione in cui vi è una volontà che impone un ordinamento a un’altra.315 La parola diatheke fu poi tradotta in latino con testamentum e così giunse sino a noi la definizione di Antico e Nuovo Testamento.316

La scelta della parola diatheke “testamento” era in realtà solo un’approssimazione di berith, ma si trattava della parola greca che più gli si potesse avvicinare. Tuttavia, quest’inevitabile imprecisione potrebbe essere fuorviante per noi che non conosciamo il contesto ebraico, poiché induce a pensare solamente a una disposizione finale di una persona prima della sua morte, ma non rappresenta l’utilizzo più ampio e il senso pieno della parola ebraica.

Berith era un’imposizione, un vincolo, un’obbligazione forte, corroborata da un giuramento di fedeltà, che poteva essere imposta a sé stessi, ad altri o reciprocamente. Era accompagnata da solenni giuramenti di mantenere a ogni costo l’impegno preso, a volte anche da maledizioni se non si fosse adempiuto all’obbligazione, e normalmente veniva finalizzata con un banchetto. La parola berith era spesso usata congiuntamente con il verbo karath che significava tagliare, karath berith, tagliare una promessa, un giuramento; era infatti costume rinforzare il giuramento “tagliando” letteralmente animali, e a volte passando attraverso le due parti tagliate e disposte l’una dinnanzi all’altra. Questa bizzarra pratica significava: “Che mi accada lo stesso se non manterrò quanto imposto”. Un chiaro esempio di questa usanza è riportato nel Capitolo 15 della Genesi, nel quale Dio, dopo aver promesso ad Abramo una discendenza, gli ordinò di prendere diversi animali e di tagliarli a metà, e di porre le due metà l’una di fronte all’altra. Quando calò la notte una fiamma di fuoco (Dio stesso) passò in mezzo agli animali divisi, a conferma dell’impegno preso nei confronti di Abramo. Da questo racconto emerge che non si trattò della stipula di un’alleanza, poiché fu Dio soltanto a giurare fedeltà ad Abramo, il quale ricevette la promessa. L’obbligo assunto da Dio, a costo della sua stessa vita, tuttavia, non avrebbe avuto molto senso, a meno che Dio non fosse divenuto un uomo, mortale… In altre parole, Dio stava giurando ad Abramo fedeltà sino alla morte e avrebbe ottemperato al proprio giuramento in Gesù.

Infatti, sacrificare l’animale, versarne il sangue, simboleggiava l’impegno a mantenere quanto giurato a costo della propria vita, a rimanere fedeli fino alla morte alla promessa fatta; se infatti ci si augurava la morte come penale per il mancato rispetto del vincolo, il mantenimento dello stesso si sarebbe spinto sino al limite di dare la propria vita per esso. Validare una promessa, un impegno, sacrificando uno o più animali, era talmente in uso e abitudine diffusa che divenne modo di dire comune “tagliare una promessa” o “tagliare un giuramento” che si è tramandato fino a noi nel verbo “decidere”.317

 

Come si faceva un patto ai tempi della Bibbia? L’espressione più comune per “fare un patto” era karath berith, tagliare un patto. Lo stesso modo di dire appare nell’aramaico gzr’dy e nel greco hrkia tmnein, “tagliare i giuramenti”. Questo linguaggio sembra derivare dalla cerimonia che accompagnava la stipula di un patto o di una alleanza, che includeva l'uccisione di un animale, o il “tagliare un animale”.318

 

Il berith, dunque, era sempre un vincolo, imposto su sé stessi, su qualcun altro o reciproco, in quest’ultimo caso simile a un patto:

 

  • Un vincolo su sé stessi, reso pubblicamente, convalidato da un giuramento ed eventuali maledizioni, a compiere una determinata cosa e di non recedere sino a quando questa cosa non fosse compiuta; in questo caso il berith si configura come un “voto”; in Atti 23, quaranta Giudei, con imprecazioni contro sé stessi, fecero voto di non mangiare né bere fino a quando non avessero ucciso l’Apostolo Paolo.
  • Una disposizione o un comandamento imposto ad altri, da un superiore nei confronti di un inferiore, il quale doveva giurare di mantenere quanto imposto; la non ottemperanza al giuramento avrebbe attirato maledizioni su di sé; in questo caso il berith si configura simile a una disposizione testamentaria; in Atti 7:8 si dice che Dio diede ad Abramo il berith, il comandamento della circoncisione, e di conseguenza Abramo circoncise Isacco.
  • Un impegno reciproco al rispetto di determinati accordi, sigillato da un giuramento; in questo caso il berith si configura come un patto. In Genesi 26:28, Abimelec, recandosi da Isacco per fare pace, gli dice letteralmente: “Facciamo un’imprecazione tra di noi, tagliamo un berith che tu non ci farai del male.” Isacco preparò un banchetto, mangiarono, la mattina dopo giurarono reciprocamente e si separarono in pace.

 

Per gli antichi ricevere una disposizione e non rispettarla era una faccenda molto, molto seria. Gesù raccontò la parabola di un amministratore che venne messo a capo dei domestici; vedendo che il padrone tardava a tornare cominciò a bere, ubriacarsi e a battere i servi. Quando il padrone di quel servo tornerà, disse Gesù, “Taglierà quel servo in due; il servo che ha conosciuto la volontà del Signore, le sue disposizioni e non le ha seguite, sarà scuoiato!”319

Allo stesso modo, la relazione tra il popolo d’Israele e Dio era vista come un impegno solenne, un giuramento assunto quasi fosse un vincolo coniugale, al quale era dovuta assoluta fedeltà e lealtà; la violazione della fedeltà, l’adulterio, era considerato un fatto estremamente grave:

 

I profeti, specialmente Osea, Geremia ed Ezechiele, espressero l’idea di fedeltà esclusiva descrivendo la relazione tra Dio e Israele come quella tra un marito e una moglie, di per sé considerata un patto. Anche se l’idea dell’amore coniugale tra Dio e Israele non è esplicitamente menzionata nel Pentateuco, sembra esistere in una forma latente. Si mette in guardia dal seguire altri dei con l’affermazione: “Perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso” (Es. 20,5; Dt. 5,9; Es. 34,14; Gios. 24,19). [...] Allo stesso modo, il verbo usato nel Pentateuco per infedeltà è zanah fare la prostituta, la meretrice. [...] La relazione del vassallo al suo sovrano, e quella della moglie al marito, non lasciano spazio alla doppia fedeltà, e quindi sono metafora perfetta della lealtà in una religione monoteista.320

 

Per semplicità d’esposizione utilizzeremo, da qui in avanti, la parola “patto” per rappresentare quest’antica tradizione del berith.321

 

 

14.2. Gli antichi patti

 

Sono numerosi gli antichi patti/berith che Dio stabilì con gli uomini, a partire da quello con Noè fino a quello con Davide; se ne distinguono in particolare cinque:

 

  1. Patto con Noè e con tutti gli esseri viventi, in cui Dio si impegnò, unilateralmente, che non ci sarebbe più stato un diluvio per distruggere la terra.322
  2. Patto con Abramo, in cui Dio gli promise, anche in questo caso unilateralmente, una terra, una discendenza numerosa come le stelle del cielo, e che in lui sarebbero state benedette tutte le nazioni.323
  3. La promessa fatta ad Abramo venne quindi rinnovata a Isacco e Giacobbe. Dio promise che la loro discendenza sarebbe stata numerosa, che avrebbe dato loro una terra e che tutte le nazioni sarebbero state benedette nella loro progenie.324
  4. Patto con Mosè e con il popolo d’Israele presso il monte Sinai, in cui Dio consegnò la legge al popolo d’Israele e promise che, se avessero ubbidito alla sua voce e avessero osservato il suo berith, avrebbe fatto di loro il suo tesoro, una nazione santa.325
  5. Patto con Davide, in cui Dio promise che avrebbe reso grande il suo nome e che il suo regno e la sua casa sarebbero rimasti saldi per sempre; un discendente di Davide avrebbe infatti occupato il suo trono in eterno.326

 

Abbiamo visto che, in quattro casi su cinque, il patto fu imposto da Dio a sé stesso (in questo caso possiamo definirlo promissorio). Egli era l’unico soggetto coinvolto, responsabile dell’osservanza del vincolo e del mantenimento del giuramento fatto; solamente Dio poteva infatti imporre un berith a sé stesso, non essendoci nessuno superiore a lui. Oggi possiamo dire che Dio mantenne le sue promesse, poiché tutto ciò che giurò ad Abramo, Isacco, Giacobbe e Davide si è realizzato, e non potevamo aspettarci diversamente. C’è invece un altro patto (obbligatorio) che attira la nostra attenzione, il numero quattro della lista, quello che Dio fece con Mosè e con il popolo d’Israele.

 

 

14.3. L’antico patto

 

Nel patto con Mosè, che viene identificato come l’antico patto, ci troviamo in presenza di un tipico berith/imposizione, obbligatorio, imposto da un superiore a un inferiore. È la legge, la Torah, che viene data al popolo d’Israele per mezzo di Mosè. Nel libro dell’Esodo, Dio disse a Mosè: “Se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto [berith], sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare.327 Mosè andò dal popolo e riferì quanto il Signore gli aveva annunciato e il popolo rispose: “Noi faremo tutto quello che il Signore ha detto.328 Quindi Dio comunicò la legge e i comandamenti e Mosè li riferì al popolo, il quale giurò ancora una volta.329 Poi Mosè fece immolare dei tori come sacrifici di riconoscenza al Signore, prese metà del sangue e lo sparse sull’altare, dopodiché lesse il libro del berith al popolo il quale, per la terza volta, promise: “Noi faremo tutto quello che il Signore ha detto e ubbidiremo.330 Allora Mosè prese la seconda metà del sangue, ne asperse il popolo e disse: “Ecco il sangue del patto [berith] che il Signore ha fatto con voi sul fondamento di tutte queste parole.331 Infine, nel libro del Deuteronomio, vennero elencate tutte le benedizioni che sarebbero scese sul popolo d’Israele se avesse obbedito diligentemente alla voce del Signore, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti,332 e le maledizioni che invece lo avrebbe colpito se non avesse obbedito.333

Ci troviamo dunque di fronte a un perfetto berith costituito da un’imposizione (comandamento), un giuramento di obbedienza, un sacrificio di sangue “tagliato” a metà (metà del sangue sparso sull’altare e metà sul popolo), una serie di benedizioni come promessa per l’obbedienza e di maledizioni come conseguenza della disobbedienza. Sappiamo bene però che, fin da subito, il popolo d’Israele si dimostrò gravemente infedele a questi comandamenti e per centinaia di anni violò costantemente la promessa fatta, sebbene il Signore cercò in ogni modo di riportarlo sulla retta via per mezzo dei profeti:

 

I profeti operavano continuamente in un contesto di patto [berith], chiamando il popolo a pentirsi delle loro trasgressioni contro Yahweh e a ritornare alla pratica della sottomissione amorevole e della fedeltà verso lui. Questa fedeltà e sottomissione troverebbe naturale espressione nell’osservanza delle varie disposizioni del patto. Ogni volta che il popolo ascoltava la predicazione profetica e si pentiva delle proprie infedeltà, rimuovendo così gli ostacoli alla continua operatività delle promesse nella loro vita, Yahweh confermava nuovamente le promesse. Cioè, le promesse non furono mai revocate, e Yahweh rimase pronto a portarle a compimento, anche se l’indifferenza, l’irresponsabilità e la ribellione degli Israeliti resero spesso impossibile farlo.334

 

Tuttavia, Dio, sempre per mezzo dei profeti, annunciò che presto avrebbe fatto un nuovo berith, migliore del precedente e con caratteristiche molto particolari.

 

 

14.4. Il nuovo patto

 

Abbiamo visto che il patto comandato al popolo d’Israele per mezzo di Mosè non aveva prodotto i frutti attesi, ma già Dio aveva pianificato di realizzare qualcosa di diverso e superiore annunciando, attraverso i profeti, un nuovo berith:

 

Geremia 31:31-33 “Ecco, i giorni vengono”, dice il Signore, “in cui io farò un nuovo patto [berith] con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; non come il patto [berith] che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d’Egitto: patto [berith] che essi violarono, sebbene io fossi loro signore”, dice il Signore; “ma questo è il patto [berith] che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni”, dice il Signore: “Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo”.335

 

Ezechiele 36:24-28 “Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi e vi ricondurrò nel vostro paese; vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminiate secondo le mie leggi, e osserviate e mettiate in pratica le mie prescrizioni. Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio”.336

 

Ezechiele 37:24-28 “Il mio servo Davide sarà re sopra di loro ed essi avranno tutti un medesimo pastore; cammineranno secondo le mie prescrizioni, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nel paese che io diedi al mio servo Giacobbe, dove abitarono i vostri padri; vi abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli per sempre, e il mio servo Davide sarà loro principe per sempre. Io farò con loro un patto [berith] di pace: sarà un patto [berith] perenne con loro; li stabilirò fermamente, li moltiplicherò e metterò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. La mia dimora sarà presso di loro; io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo”.

 

Isaia 55:3-5 Porgete l’orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete; io farò con voi un patto [berith] eterno, vi largirò le grazie stabili promesse a Davide. Ecco, io l’ho dato come testimonio ai popoli, come principe e governatore dei popoli. Ecco, tu chiamerai nazioni che non conosci, e nazioni che non ti conoscono accorreranno a te a motivo del Signore, del tuo Dio, del Santo d’Israele, perché egli ti avrà glorificato.337

 

Zaccaria 9:9-11 Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell’asina. Io farò sparire i carri da Efraim, i cavalli da Gerusalemme e gli archi di guerra saranno distrutti. Egli parlerà di pace alle nazioni, il suo dominio si estenderà da un mare all’altro e dal fiume sino alle estremità della terra. Per te inoltre,